Forse qualcuno tra i meno giovani se ne ricorderà, ma in Italia fino agli anni sessanta esistevano le cosiddette classi
differenziali, nelle quali i portatori di handicap perlopiù mentali seguivano un itinerario scolastico-pedagogico, appunto, "differenziato". Con tutto il rispetto dovuto ai cerebrolesi, sono certo che proprio quello deve essere stato il percorso formativo di un ignoto, attuale dirigente dell'AMIA, l'azienda della gestione dei rifiuti di Palermo, che con una delle sue disposizioni ha creato a non pochi cittadini una situazione che ha, kafkianamente, dell'incredibile.
Veniamo ai fatti. Vivo nel quartiere Noce, uno tra i più popolosi del Capoluogo, e da tanto tempo la mia famiglia ha la sana abitudine di differenziare, per quanto è possibile in maniera spinta, l'immonda immondizia. A molti potrò forse sembrare maniaco, ma ormai non riesco a gettare nel contenitore dell'indifferenziata senza rimorso neppure i pochi milligrammi di acciajo di un punto di spillatrice (è più forte di me). Dopo alterne vicende che preferisco tralasciare, grazie anche alle mie numerose segnalazioni, siamo riusciti ad avere le campane R.D. nelle vicinanze dello stabile. Campane, si badi bene, quasi sempre stracolme, che mi hanno costretto per anni a scrivere più volte al mese all'AMIA per segnalare la necessità di svuotamento. Segnalazioni che, ad onor del vero, hanno quasi sempre avuto in tempi brevi esito positivo e il conseguente svuotamento dei cassonetti R.D.
Come è noto, il nostro ex-Sindaco "Smile", che nei due lustri di
fantasmagorica amministrazione, tra i suoi numerosi "meriti e primati" ha quello di aver portato, caso unico in Italia, la R.D. dal 9 al 4%, dal 2010 ha istituito la (controversa) raccolta "portone a portone" (i cui dettagli saranno sicuramente oggetto di un futuro post) che, a colpi di ordinanze successive, è arrivata
quasi a ridosso della nostra via. Ebbene, quasi contemporaneamente sono misteriosamente spariti i succitati cassonetti ordinari della R.D. che, si badi bene, giacevano nella zona
non servita dal nuovo sistema. Né sono riuscito a trovarne uno nelle vicinanze, per quanto impegno ci avessi messo. Con l'abitazione piena di sacchetti di carta e plastica e mia moglie che minacciava ripetutamente il divorzio, ho provato a segnalare per e-mail all'AMIA più volte il "disguido", ma l'Azienda, questa volta, non mi ha mai risposto, né ho potuto raggiungere telefonicamente un operatore.
Ma ad un suo funzionario incrociato per strada, cui ho esposto il problema (e che molto gentilmente ha chiamato la sua Azienda al cellulare) l'AMIA non poteva non rispondere:
"i cassonetti R.D. sono stati eliminati dalle zone di confine per evitare che i residenti della zona porta a porta
possano utilizzarli per conferire i loro rifiuti differenziati". Sissignori, non è un refuso, avete letto bene. L'ignoto artefice della disposizione, per non consentire a qualche residente della zona "porta a porta" di usare, immagino saltuariamente, i cassonetti R.D. tradizionali,
impedisce di fatto di praticare la R.D. a tutti residenti
non coperti da tale servizio! Credo che ogni mio commento sia superfluo: i lettori possono giudicare da sé le capacità gestionali (e mentali) del dirigente. Da parte mia posso solo augurare a quelli che, come me, nonostante tutto si ostinano a differenziare, di non ritrovarsi mai in una "zona di confine" della nostra povera città (confine che peraltro è destinato a lungo a non mutare visto il dissesto finanziaio in cui versano Comune e Azienda).

Questa triste storia ha un triste seguito: con la testa dura che mi contraddistingue sono finalmente riuscito a rintracciare i cassonetti R.D., ma a distanza di ben 700 metri dal nostro stabile.Qui a fianco ho immortalato la spettacolare situazione che ho trovato alla fine della lunga passeggiata. Come si suol dire, oltre al danno... la beffa!