venerdì 20 gennaio 2012

Sicilia Bedda

Per evitare equivoci e fallaci Wahlverwandtschaften(abneigungen), preciso che sono Siciliano (per l'esattezza, di Palermo City, da almeno otto generazioni, per parte di padre) e trovo che l'isola in cui vivo sia una splendida terra sotto parecchi punti di vista.
Con un'estensione di 2,6 milioni di ettari (quasi due terzi della Svizzera, in buona parte collinari), e circa 1500 km di magnifiche coste (includendo le isole minori), ovvero un quinto di tutta l'Italia, la Sicilia è talmente estesa che chi la abita ha raramente la sensazione di vivere su un'isola (se ne rammenta perlopiù quando parte o vi giunge). In un punto economicamente, politicamente e militarmente strategico, esattamente al centro del Mediterraneo, a due passi dalla Tunisia (come si vede bene nella foto-simbolo di Questo Blog), è così vicina all'Africa che spesso la sabbia rossastra del deserto, nei giorni uggiosi di scirocco o di libeccio, ci viene a far compagnia. Climaticamente assai mite (se si eccettuano un pajo di torridi mesi estivi), tanto che i visitatori dei Paesi Nordici (con una tradizione che risale almeno a Goethe e ai suoi contemporanei) non vorrebbero andar (e in alcuni casi non vanno) più via.
Quanto a patrimonio artistico e culturale, grazie anche alla moltitudine di popoli "colonizzatori" (Siculi, Elimi, Greci, Fenici, Cartaginesi, Romani, Vandali, Goti, Bizantini, Arabi, Normanni, Angioini, Aragonesi, Borboni, Piemontesi e... scusate se son pochi!), la Sicilia ne ha da vendere. E le opere sono tra le più variegate e pregiate. Basti pensare ai monumenti ed opere d'arte Romani, a quelli Arabo-Normanni, al Barocco, al Liberty dei Florio. Insomma, dai ruderi del Tempio d'Apollo ad Ortigia (Siracusa) dell'inizio del VI secolo a.C. fino al magnifico tempio della civiltà contemporanea che è il Teatro Massimo (Palermo, fine XIX secolo d.C.), la Sicilia possiede un campionario davvero invidiabile.
E che dire delle sue umane creature, i Siciliani? In barba ad ogni possibile Allgemeinplatz, un'azzeccata definizione l'ha data qualche anno fa un mio conoscente romano, confidandomi che i Palermitani che ha avuto modo di frequentare a Roma sono tutti espansivi, socievoli, colti e raffinati, con un gusto particolare per l'estetica. Si dà però il caso che allorché fece, per la prima (e ahimé ultima) volta, una visita a Palermo, egli scappò via, sicuramente sorpreso, certamente deluso e probabilmente nauseato dalle pessime condizioni (in tutti i sensi) in cui i Palermitani autoctoni (man)tenevano la loro città.
Ed è proprio vero che lo sport preferito da molti Siciliani (ma non solo) è maltrattare e fare, in tutti i modi possibili ed escogitabili, scempio della propria, meravigliosa terra; e ciò vale sia per i 5 milioni che ci vivono, sia per coloro che ci tornano (dei circa 600 mila che vivono all'estero o di coloro che, in numero imprecisato ma grande, vivono nel resto d'Italia), ancorché per brevi periodi vacanzieri. Ma sui modi e, soprattutto, sui possibili perché di tale comportamento, apparentemente masochistico, avrò modo di scrivere, Inshallah, in prossimi post.

7 commenti:

  1. Si è vero. Ma c'è anche un segno che ha contraddistinto tutta la storia del meridione: il vittimismo, il creder che il male venga dal nord, dall'impero, dai Borboni o chissà chi. Il male del sud è (lo so che adesso faccio contro-apologia) il cristianesimo, che ha inculcato nell'animo umano due sentimenti opposti: 1) sei una vittima come Gesù, accetta la tua vita di vittima come un dono di Dio; 2) sei un malfattore, ma Gesù ti ama, se aiuti la Chiesa. Forse il cristianesimo dovrebbe esser giudicato secondo le categorie di Friedrich .... il Torinese.

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    1. Più che di Cristianesimo io parlerei di Cattolicesimo. E' per puro caso che in Europa (e non solo, pensa all'America Latina) i Paesi più depressi economicamente sono tutti a maggioranza Cattolica? Io non l'ho mai creduto.

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    2. L'ignoranza, la scarsa apertura mentale, il non conoscere e non voler
      conoscere oltre il proprio naso crea insicurezza e quindi vittimismo.
      Secondo
      me le religioni sono soltanto la conseguenza e non la causa di questo
      malessere.
      Auguri per il blog, ciao.
      Daniela.

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    3. Ciao Daniela,
      il discorso "religione" è piuttosto lungo e complesso. Spero possa essere oggetto di un prossimo post.

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  2. "Si dà però il caso che allorché fece, per la prima (e ahimé ultima) volta, una visita a Palermo, egli scappò via"

    ma ogni riferimento a fatti e persone sono puramente casuali....o cosa?

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  3. il "meridionale" non è diventato tale a causa del cristianesimo/cattolicesimo, dovrebbero essere così anche tutti gli altri popoli, e non lo sono, ma da una antica consuetudine di do ut des, io ti scelgo come mia guida (politico o mafioso o altro che sia) e tu ti occupi di me. Io ti assicuro la più cieca obbedienza, laddove il termine cieco è da intendersi in tutte le sue valenze, non si spiegherebbe diversamente la cecità della gente di fronte alle chiare scelte poco democratiche e molto egoiste di chi ci guida/governa.

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  4. Grazie, MGDF. Interessante, questa velata polemica tra commentatori. Resta ahimé la constatazione della relativa depressione sociale dei paesi a maggioranza cattolica.

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